I fattori che influenzano il clima e, quindi,
anche la temperatura, sono molteplici e non
è semplice quantificare la loro parte
di responsabilità nel riscaldamento
globale. Comunque la maggior parte degli scienziati
è concorde nel ritenere l'attività
umana la causa principale dell'aumento
dell'effetto serra responsabile del
riscaldamento globale.
L'effetto serra consente alla Terra
di mantenere una temperatura adatta per lo
sviluppo e il mantenimento della vita. Questo
effetto è possibile grazie alla presenza
nell'atmosfera di alcuni gas, chiamati
appunto gas serra; i principali sono, in base
alla concentrazione in atmosfera:
– vapore acqueo, che rappresenta circa
il 50% dei gas serra;
– anidride carbonica (CO2), circa il
5%;
– metano (CH4), con il potenziale di
23 volte superiore alla CO2;
– ossido di azoto o ossido nitrico (NO),
presente in concentrazione molto ridotta,
ma con un potenziale di riscaldamento globale
molto più elevato; il potenziale del
protossido di azoto (N2O) è di ben
296 volte superiore alla CO2;
– ozono (O3).
In particolare, la concentrazione di metano
in atmosfera è aumentata da 700 ppb
(parti per miliardo) nel periodo 1000-1750
a 1.750 ppb nel 2000, con un incremento del
150%, ed è responsabile del 20% dell'incremento
dell'effetto serra.
Invece l'anidride carbonica è
passata da 280 ppm di fine settecento ai 385
ppm attuali con un incremento del 37,5% (è
il valore più alto da 650.000 anni
a questa parte).
Già alla fine del 1800 Arrhenius (nel
1896), chimico e fisico svedese, premio Nobel
per la chimica (1903), ipotizzò una
relazione tra l'anidride carbonica e
la temperatura atmosferica. Notò un'alterazione
dell'effetto serra e, in base ai suoi
studi, definì che un raddoppio della
concentrazione di CO2 avrebbe potuto portare
ad un aumento termico di ben 5° C. Riteneva
che i responsabili fossero le attività
umane che immettevano (e immettono sempre
più) anidride carbonica nell'atmosfera.
Oggi è quasi certa la responsabilità
dell'uomo nel riscaldamento globale
(solo una minima parte degli studiosi si dimostra
scettico).
Sicuramente l'aumento delle temperatura
media dell'atmosfera terrestre e degli
oceani è un effetto naturale, già
avvenuto in passato, ma ora è molto
più accelerato come si può vedere
nei grafici successivi.
Temperatura globale negli
ultimi 140 anni. Fonte: IPCC
Temperatura dell'Emisfero
Nord negli ultimi 1000 anni. Le temperature
evidenziate in rosso sono state rilevate direttamente,
mentre quelle di colore blu sono il risultato
di misure indirette (es. carotaggi nei ghiacci,
soprattutto quello dei Poli, analisi dei tronchi
degli alberi,…) Fonte: IPCC
Soprattutto nell'ultimo grafico si
può vedere una significativa impennata
della temperatura nell'ultimo secolo,
secolo in cui le attività umane sono
incrementate notevolmente; in base ai dati
(che ricoprono un arco di almeno 400.000 anni)
in possesso degli scienziati e dalle analisi
e misurazioni da loro fatte, si può
dire che non c'è mai stato un
aumento così brusco.
Nel grafico successivo si può vedere
la correlazione tra anidride carbonica e temperatura
globale e il loro aumento molto rapido nell'ultimo
secolo.
Variazione della temperatura
globale (in rosso) e dell'anidride carbonica
presente nell'atmosfera (in blu) negli ultimi
1000 anni. La causalità non è
da tutti ritenuta provata, ma si notano delle
somiglianze fra le due curve, soprattutto
nell'ultimo secolo. Fonte: Wikipedia
Le cause dell'aumento della CO2 sono
fattori sia umani che naturali, ma secondo
l'IPCC, comitato scientifico formato
nel 1988 dalle Nazioni Unite, è indubbio
che le attività umane incidano maggiormente
sull'aumento delle temperature e quindi
sul riscaldamento globale. Pur riconoscendo
le incertezze che esistono sulle conoscenze
del sistema climatico e della sua evoluzione
in relazione a perturbazioni provenienti dalle
attività umane, l'IPCC non solo
è convinto che i cambiamenti del clima
globale sono già in atto, ma ritiene
anche che i futuri cambiamenti climatici saranno
ormai inevitabili, dal momento che esistono
lunghi tempi di ritardo fra cause ed effetti
nei processi climatici.
Negli ultimi 150-200 anni, a partire dalla
rivoluzione industriale, la combustione dei
giacimenti fossili ha invertito il processo
avvenuto durante il periodo carbonifero, reimmettendo
nell'atmosfera il carbonio sepolto da milioni
di anni sotto forma di enormi quantità
di anidride carbonica (attualmente circa 25
miliardi di tonnellate all'anno) e altri gas
serra. Inoltre, secondo le stime, il pianeta
riuscirebbe oggi a riassorbire, mediante la
fotosintesi clorofilliana e l'azione delle
alghe degli oceani, meno della metà
delle emissioni, anche a causa della deforestazione.
In pratica, è l'aumento dei
gas serra a determinare il riscaldamento globale,
ma le cause del loro aumento sono molteplici
e sono sia umani che naturali.
In sintesi, i principali fattori umani che
incidono sul riscaldamento globale sono:
– incremento della
popolazione;
– aumento
del consumo dei combustibili fossili (petrolio,
carbone, gas);
– agricoltura
e allevamento intensivo;
– deforestazione.
Mentre i fattori naturali sono:
– il surriscaldamento degli
oceani;
– l'attività
solare.
Anche la decomposizione di piante ed animali
morti o la normale attività geotermica
dei vulcani emettono enormi quantità
di gas serra, ma in questi casi si tratta
di emissioni costanti o in lentissima evoluzione
(dell'ordine di migliaia o milioni di anni)
e per questo non ritenute problematiche.
È ormai un dato certo che i cambiamenti
del clima produrranno effetti ed impatti di
varia entità, alcuni dei quali saranno
certamente positivi e benefici, ma altri saranno
negativi o avversi, e alcuni perfino gravi
ed irreversibili. Le maggiori conseguenze
negative saranno subite da quei sistemi ambientali,
ecologici, sociali ed economici che sono più
vulnerabili ai cambiamenti climatici.
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