Come si può conoscere il
passato del nostro Pianeta?
Sebbene la questione del contributo umano
al riscaldamento globale non possa essere
completamente certa, possono essere raccolti
dati a più lungo termine che forniscono
informazioni sulle passate variazioni climatiche
e sul loro rapporto con le concentrazioni
di gas serra.
Questo genere di dati si può ricavare
dall'analisi dei depositi di ghiaccio risalenti
alle trascorse ere glaciali.
I ghiacciai
si formano quando il peso della neve accumulata
in una stagione esercita una pressione tale
su quella sottostante da trasformarla in
ghiaccio.
Nel corso del processo rimangono intrappolate
piccole bolle d'aria, che possono essere
considerate
microscopici campioni dell'atmosfera di quel
periodo. Queste bolle d'aria possono essere
prelevate con operazioni di carotaggio nel
ghiaccio. Poiché il rapporto isotopico
dell'ossigeno varia in modo noto al variare
della temperatura, gli isotopi di ossigeno
contenuti nel campione forniscono un'accurata
indicazione di quale fosse la temperatura
al momento della formazione della bolla;
mediante
le moderne tecniche analitiche è inoltre
possibile rivelare anche le concentrazioni
di CO2 o CH4.
Sono stati prelevati diversi campioni di
ghiaccio, il più antico dei quali proviene dalla
stazione antartica russa di Vostok.
L'analisi
del campione di Vostok ha rivelato fluttuazioni
climatiche risalenti a circa 160.000 anni
fa, corrispondenti a un'alternanza di periodi
glaciali e interglaciali; per capire quali
fossero le condizioni in questi periodi glaciali,
basti pensare che nel corso dell'ultimo, l'isola
di Manhattan era coperta da uno strato di
ghiaccio alto più di un chilometro.
Il campione di Vostok mostra una considerevole
correlazione tra la temperatura globale e
le concentrazioni atmosferiche di CO2 e
CH4.
La maggior parte degli altri campioni offre
risultati simili ma non altrettanto ben definiti.
La paleoclimatologia, ovvero la branca della
scienza che studia i climi del passato, ha
permesso di ricostruire la storia climatica
dell'ultimo mezzo milione di anni ed
inoltre, attraverso l'analisi di "carote"
di ghiaccio estratte dai perenni ghiacciai
antartici, di mostrare che negli ultimi
400.000
anni c'è stata una correlazione
e sincronizzazione temporale molto elevata
tra la temperatura media della Terra e la
concentrazione nell'atmosfera dell'anidride
carbonica (e del metano).
Una stretta correlazione
tra questi due parametri, peraltro, risulta
anche dai modelli numerici elaborati al
computer
che gli scienziati hanno messo a punto per
studiare l'evoluzione del clima:
sebbene tali modelli siano semiempirici
e imperfetti,
essi riescono comunque a risalire indietro
nel tempo ricostruendo una storia climatica
della Terra abbastanza simile a quella che
deduciamo dalle osservazioni dirette.
Non è chiaro, però, quale tra
i due parametri – concentrazione dei
gas serra in atmosfera e temperatura media
del pianeta – sia la causa e quale invece
l'effetto, cioè se negli ultimi
400.000 anni (periodo sul quale abbiamo dati
di entrambi) sia stato l'aumento dei
gas serra a causare il riscaldamento globale
o viceversa. Si ritiene, infatti, che le glaciazioni
siano state avviate da altri fattori –
in particolare, dalle periodiche variazioni
astronomiche dei parametri orbitali terrestri
– e che ciò abbia in qualche
modo influenzato il contenuto nell'atmosfera
dei gas serra, amplificando enormemente le
variazioni di temperatura.
Purtroppo, l'effetto
serra si combina con altri cicli climatici
globali e con una varietà di cicli
interni di azione e retroazione operanti su
differenti scale temporali, ed è perciò
molto difficile riuscire davvero a capire
gli effetti combinati dei tanti elementi in
gioco agenti sul clima. Tuttavia, l’opinione
scientifica crede nell'esistenza di
una forte connessione causale tra l'intensificazione
dell'effetto serra dovuta all'attività
umana e il fatto che la Terra si stia riscaldando.
L'andamento della temperatura atmosferica
terrestre negli ultimi 400.000 anni, fino
al 1950, dedotta dalle carote di ghiaccio
estratte a Vostok, in Antartide (in alto).
La concentrazione atmosferica, nello stesso
periodo, dell'anidride carbonica o
CO2, espressa in parti per milione (in
basso).
Si noti la stretta correlazione tra le due
curve. Fonte: IPCC
Le cause del riscaldamento globale sono
responsabili anche di altri effetti del
cambiamento climatico,
i quali sono una conseguenza diretta dell'aumento
della temperatura e della quantità
di energia "intrappolata" nella
biosfera: l'aumento della piovosità
e dei fenomeni meteorologici estremi (temporali,
trombe d'aria, uragani, estati torride,
eccetera); il lento ma progressivo innalzamento
del livello medio dei mari, che entro il
2100 potrebbe salire finanche di due metri,
allagando
varie città costiere del mondo; e,
infine, lo spostamento dei confini delle
zone
climatiche (e delle malattie ad esse legate,
come la malaria), il quale provoca la tropicalizzazione
o la desertificazione di nuove regioni del
globo e una perdita della biodiversità
di piante e animali, incapaci di adattarsi
a novità così rapide.
Questi
e altri cambiamenti sono già in
atto, e il loro corso andrà probabilmente
accelerando nei prossimi anni e decenni,
in
seguito all'aumento nell'atmosfera
dell'anidride carbonica e di altri
gas serra normalmente presenti in tracce,
e che
si stanno ora invece accumulando progressivamente
a causa delle attività umane.
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