Il primo provvedimento internazionale e il
più importante è e rimane il
Protocollo di Kyoto stipulato nel 1997 in
cui erano presenti i rappresentanti di 161
paesi, 15 organizzazioni governative e 236
organizzazioni non-governative.
Nell’immagine seguente sono evidenziati
in verde gli stati che hanno firmato e ratificato
il trattato, in giallo gli stati che lo hanno
firmato ma non ancora ratificato. Gli Stati
Uniti hanno firmato ma hanno poi rifiutato
di ratificare il trattato.
Il trattato è entrato in vigore il
16 febbraio 2005, dopo la ratifica anche da
parte della Russia.
Fonte: Wikipedia
Protocollo di Kyoto
Un primo tentativo di limitare l'influenza
delle attività umane sul clima è
stato il Protocollo di Kyoto del 1997. Tale
protocollo, pur rappresentando, almeno nelle
intenzioni, un passo importante nella condivisione
planetaria delle responsabilità ambientali,
presenta due limiti strutturali:
– Obiettivi insufficienti a contenere
in modo significativo le emissioni antropiche.
L'obiettivo della diminuzione del 6% di anidride
carbonica di origine antropica in atmosfera
viene infatti giudicato troppo poco ambizioso,
dato che bisognerebbe ridurla del 60%.
– L'assenza tra i firmatari di paesi
quali gli Stati Uniti. Questi in un primo
momento non hanno aderito, ritenendo non provata
la relazione tra emissioni di CO2 e il riscaldamento
globale; in seguito hanno addotto come motivazione
la perdita di competitività dovuta
ai costi necessari per ridurre le emissioni
di anidride carbonica rispetto a Cina ed India,
che invece non sono obbligate dal protocollo
a limitare le proprie emissioni.
Sintesi del protocollo
Sommario sulla riduzione delle emissioni richieste
dal protocollo di Kyoto
Di seguito sono elencati i Paesi che devono
ridurre le proprie emissioni totali dei gas
serra entro il 2012, rispetto ai livelli del
1990.
Paesi Europei
Paesi che devono ridurre le emissioni:
– Austria, 13%
– Belgio, 7,5%
– Danimarca, 21%
– Finlandia, 0%
– Francia, 0%
– Germania, 21%
– Gran Bretagna, 12,5%
– Italia, 6,5%
– Lussemburgo, 28%
– Olanda, 6%
– Svizzera, 8%
Paesi a cui è concesso l’aumento
delle emissioni:
– Grecia, 25%
– Irlanda, 13%
– Portogallo, 27%
– Spagna, 15%
– Svezia, 4%
La riduzione totale per l’Europa è
dell'8% entro il 2012 rispetto ai livelli
del 1990.
Paesi dell'Est Europeo
Massimo 8% della riduzione totale entro in
2012 rispetto ai livelli del 1990
Gli altri Paesi
Riduzione totale del 6%:
– Giappone
– Canada
Nessuna riduzione richiesta per:
– Nuova Zelanda
– Ucraina
– Russia
Gli Stati Uniti hanno deciso nel 2001 di
non ratificare il protocollo, ma avrebbe dovuto
raggiungere una riduzione del 7% rispetto
ai livelli del 1990
Anche l’Australia ha rifiutato Kyoto
ma le sarebbe stato concesso un amento dell’8%
rispetto ai livelli del 1990.
Molti Paesi minacciano di non raggiungere
questi traguardi. Se ciò avviene le
emissioni devono essere ridotte dello stesso
valore moltiplicato per 1.3 dopo il 2012.
Un paese ha un'ampia scelta di opzioni per
soddisfare gli standard di Kyoto, per esempio:
– piantare boschi e vegetazione più
bassa per eliminare più CO2 dall'aria;
– pratiche di gestione sostenibile in
boschi e fattorie;
– implementazione congiunta: i paesi
guadagnano crediti quando prendono parte a
programmi di riduzione congiunta delle emissioni;
– meccanismo dello sviluppo pulito:
le nazioni industrializzate guadagnano crediti
per progetti di implementazioni dei paesi
in via di sviluppo;
– comprare permessi di emissione da
paesi che non possono raggiungere i propri
obiettivi a causa dei costi troppo elevati.
Per leggere il testo completo del Protocollo
di Kyoto apri il seguente documento in
formato .pdf
In questa pagina
ci sono i provvedimenti che sono stati presi
dal Governo italiano esposti nel Rapporto
conclusivo sull’attuazione del programma
di Governo (7 marzo 2008) riguardanti le materie
ambientali.
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