Verificando i dati di irraggiamento solare
si può constatare come le variazioni
dell'attività solare negli ultimi 30
anni siano state minime in rapporto invece
ad un aumento della temperatura globale ben
più marcato. Gli scienziati che sostengono
questa teoria, pur ammettendo che la variazione
dell'attività solare sia stata in passato
uno dei possibili fattori che hanno influenzato
le temperature, ritengono che oggi la gran
parte del surriscaldamento globale sia dovuta
ai gas serra.
Molti studiosi e scienziati ritengono le
macchie solari (regioni della superficie del
Sole che sono contraddistinte da una temperatura
minore dell'ambiente circostante, e da forte
attività magnetica) la causa alla base
del riscaldamento globale e non l'uomo e i
suoi consumi. Le macchie solari sono, sappiamo
oggi, intensi campi magnetici che appaiono
durante periodi d’elevata attività
solare, ma per secoli e da molto prima che
se ne conoscesse la natura gli astronomi ne
hanno registrato il numero, e dai dati raccolti
si può notare tra il 1645 e il 1715
una drastica riduzione nel numero delle macchie
solari (minimo di Maunder, dal nome dell’astronomo
inglese che osservò la circostanza).
Quanto il numero di macchie solari sia un
attendibile indicatore del clima lo scoprirono
il ricercatore danese Friis-Christensen e
i suoi collaboratori, che nel 1991 dimostrarono
la stretta correlazione tra attività
solare e temperatura globale in tutto il periodo
compreso fra il 1860 e il 1990. Per escludere
che quella correlazione fosse una semplice
coincidenza, andarono indietro nel tempo per
altri 400 anni e, di nuovo, accertarono la
stretta correlazione tra attività solare
e temperatura globale.
Il sole influenza il clima non solo, direttamente,
col suo calore ma anche, indirettamente, attraverso
le nuvole, che hanno un potente effetto rinfrescante.
Le masse di nuvole si formano anche grazie
all’interazione del vapore acqueo dagli
oceani con le particelle di raggi cosmici
provenienti dall’esplosione di stelle
lontane giunte alla fine della loro vita:
le molecole di vapor d’acqua colpite
dai raggi cosmici diventano nuclei di condensazione
da cui si formano le nuvole. Quando il sole
è più attivo, cioè quando
il campo magnetico da esso è più
intenso, i raggi cosmici (che sono particelle
elettricamente cariche) sono maggiormente
deviati da quel campo magnetico: ne consegue
un più debole flusso cosmico cui corrisponde
una minore formazione di nuvole e quindi un
maggiore riscaldamento.
La potenza di questo effetto è diventata
chiara solo recentemente, dopo che si sono
confrontate, nel corso degli anni, le temperature
globali con il flusso di raggi cosmici, scoprendo,
ancora una volta, una stretta correlazione
tra temperatura globale e flusso cosmico,
con la prima che aumenta ogni volta che il
secondo diminuisce, e viceversa: il clima
è controllato anche dalle nuvole, queste
sono controllate dal flusso di raggi cosmici
a sua volta controllato dall’intensità
del campo magnetico dal sole, cioè
dalla attività della nostra stella.
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