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LE OPINIONI DEGLI ESPERTI

 

Per analizzare in modo accurato le modificazioni del clima, le Nazioni Unite hanno costituito una Commissione Intergovernativa sul Cambiamento Climatico (IPCC) che raccoglie accademici provenienti delle nazioni del G8. L'IPCC ha rilasciato nel corso degli anni diversi documenti in cui si afferma che la temperatura globale media è aumentata di circa 0,7°C dalla fine del XIX secolo e che “la maggior parte del riscaldamento osservato durante gli ultimi 50 anni è attribuibile alle attività umane”. Le conclusioni raggiunte dall'IPCC sono rafforzate anche da un'analisi di oltre 928 pubblicazioni scientifica dal 1993 ad oggi, in cui si osserva che il 75% degli articoli accetta, esplicitamente o implicitamente, la tesi scientifica del contributo antropico al riscaldamento, mentre il restante 25% degli articoli copre unicamente metodologie o paleoclimatologia per cui non esprime opinioni in merito.

Ci sono ricercatori scettici sul ruolo antropico nell'attuale riscaldamento: essi tuttavia rappresentano una minoranza nella comunità scientifica come evidenziato anche da un articolo pubblicato su Science.
Tra questi "scettici" vi sono il premio Nobel Kary Mullis e l'italiano Antonino Zichichi. Le criticità espresse da tali ricercatori, affermano che non è possibile stabilire una relazione lineare tra aumento di CO2 e riscaldamento globale, rimarcando piuttosto il ruolo di altri fattori naturali tra cui il principale sarebbe la variazione dell'attività solare ma anche l'effetto dei raggi cosmici avrebbe un ruolo sul mutamento climatico. Mettono inoltre in dubbio la validità degli attuali modelli matematici utilizzati.
Il matematico e fisico teorico Freeman Dyson, che fin dagli anni 70 teorizzava la necessità di attuare il sequestro del carbonio piantando nuovi alberi in aree enormi, nel 2007 ha invece rivalutato la questione del riscaldamento globale affermando che "l'allarmismo sul riscaldamento globale è fortemente esagerato" dopo aver calcolato che "il problema dell'anidride carbonica nell'atmosfera è un problema di gestione del terreno, non un problema meteorologico". Secondo lo scienziato gli errori commessi sarebbero legati al fatto che nessun modello matematico atmosferico o oceanico è in grado di predire il modo in cui dovrebbe essere gestita la terra; infine sottolinea che dovrebbero avere maggiore priorità altri problemi globali.

Di contro, come rilevato dallo stesso articolo di Science, la grande maggioranza degli scienziati concorda sul fatto che sia necessario trovare urgentemente fonti energetiche alternative ai combustibili fossili: tra essi, per quanto riguarda l'Italia, vi è il premio Nobel Carlo Rubbia.
In quest'ottica il ricorso al solare termodinamico e all'energia nucleare garantirebbe un importante contributo nella diminuzione delle emissioni di gas serra.
Molti sono gli scienziati che, pur riconoscendo il ruolo antropico, sono scettici riguardo alle misure adottate per contenere le emissioni e ritengono il protocollo di Kyoto troppo blando e poco incisivo.

Al di là delle cause, è tutt'oggi tema di accese discussioni la reale entità e gli effetti del riscaldamento, dovute al fatto che il clima terrestre non è considerabile come un sistema statico, avendo presentato nella sua storia cambiamenti graduali ma intensi anche senza l'intervento dell'uomo.
In tempi storici, si sono infatti avute oscillazioni della temperatura mai tuttavia così ampie come oggi: sia ai tempi dell'Impero Romano che nel Medioevo le temperature medie sono state leggermente più alte che in altri periodi, permettendo la colonizzazione della Groenlandia e la coltivazione estesa di viti nell'Europa del Nord. Entrambi questi periodi sono stati seguiti da periodi di raffreddamento climatico: a Londra il fiume Tamigi gelava tanto da permetterne il passaggio a cavallo e lo svolgimento di mercati natalizi sulla sua superficie ghiacciata.
Paragonando questi grandi effetti alla piccolezza delle stimate variazioni (pochi decimi di grado) di temperatura, si può avere un'idea di cosa potrebbe accadere con aumenti di qualche grado.

Anche nella sfera politica c’è ora un maggiore interessamento e una maggiore coscienza da parte dell’opinione pubblica.
Il graduale incremento dei dati scientifici disponibili sul riscaldamento globale ha alimentato a partire dagli anni settanta un crescente dibattito politico che ha poi iniziato a considerare tra le sue priorità anche il contenimento delle emissioni dei gas serra e l'utilizzo di fonti energetiche alternative e rinnovabili.

Nel 2007 alcune organizzazioni internazionali hanno riconosciuto l'importanza della sensibilizzazione sul riscaldamento globale in atto nel nostro pianeta. Per la prima volta l'orologio dell'apocalisse è stato modificato con una motivazione non inerente esclusivamente il pericolo nucleare, ma anche sul mutamento climatico.


S i è scelto di proporre solo la tesi di un ambientalista scettico, in quanto riassume in sé tutti gli aspetti generalmente contestati.
Non sono state presentate quelle dei colpevolisti essendo le loro opinioni presenti in tutto il sito e non sarebbe, quindi, opportuno riportarle anche in questa sezione.

 

 
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